mercoledì 9 gennaio 2013

Grottesco e fatiscente (di Rita Pani)


Così mi pare essere tutto intorno. Avendo avuto la fortuna di cambiare residenza meno di un anno fa, e guardandoci bene, tutto intorno, ho deciso che nemmeno ritirerò il certificato elettorale, sebbene in modo solerte il comune mi inviò tempo addietro, con una lettera, a farlo. Voglio proprio che lo sappiano che io a questa cosa
non parteciperò, e non solo perché vivo al sud di questo paese smembrato, anche se questo fa per me aggravante, ma perché temo che sia tutto un ologramma.
Siamo onesti, in quale altro paese del mondo intero, i cittadini potrebbero subire l’insulto di ritrovare quella faccia di gomma (che dire merda forse è reato) in ogni dove? Quale paese civile avrebbe permesso a quella nullità di imperversare in televisione a negare evidenze, a rivolgersi a un popolo allo stremo con quel tono da insegnante di sostegno che si rivolge ai propri alunni deficitari?
Quale altro paese avrebbe potuto tollerare non solo la sospensione della democrazia, ma peggio, quella del tempo? Sembra di essere tornati indietro così che si potesse cancellare la storia, al punto che oggi, le televisioni che martellano e rincoglioniscono un popolo ormai prono, potrebbero tranquillamente trasmettere le repliche, come un tempo si faceva con le telenovelas sudamericane, che non finivano mai. Tanto, nonostante vent’anni, pure quella faccia è sempre la stessa, forse solo ormai troppo piena di sostanze chimiche che, evidentemente, devono avere recato qualche danno anche alla materia cerebrale.
È persino inutile rimarcare le idiozie dette in televisione da quel tizio debosciato, grottesco e fatiscente e rilanciate come un megafono dai giornali, che sembrano impazziti anche loro. Mi sembrerebbe di offendere chi legge, se mi attardassi a spiegare di una crisi economica negata da chi si candida a guidare l’economia di un paese, o di mafia, o di tangenti, mazzette, troie, nani, ballerine. Tutto è già stato detto e sarebbe tempo (o sarebbe stato) di fare un passo avanti.
Le nuove energie ci sarebbero pure, e mi riferisco a Ingroia, che però troppo presto ha voluto rischiare. Non era ancora tempo, bisognava aspettare che il popolo per primo facesse un passo avanti, che mostrasse d’aver capito che era il tempo di cambiare. Da noi doveva venire il messaggio forte, che invitasse tutti coloro che promettono novità a scappare da questo paese che hanno devastato come se ci fosse stata una guerra. Doveva attendere, Ingroia, che il popolo maturasse. E questo non avverrà. Non ancora almeno.
Bisogna attendere che muoiano i vecchi che oggi con soli 900 euro riescono ad alimentare loro e un paio di figli loro, bisogna attendere che la gente si disabitui alla spazzatura che intralcia ormai anche il traffico urbano invadendo le strade e le piazze. Bisognerà attendere di vedere i “Fratelli d’Italia” nuovamente seduti in parlamento, le figlie dei fascisti senatrici – non in grado, certo di essere all’altezza di quel bastardo di papà – o i mafiosi tutelati dalle liste d’apartheid.
Bisognerà attendere che anche in Italia nasca un Evo Morales, uomo del popolo per il popolo. Ma qua vado già oltre la fantascienza, e sarebbe troppo anche per me.

Rita Pani (APOLIDE) - 09 gennaio 2013 -
R-ESISTENZA-INFINITA
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