sabato 9 febbraio 2013

Metti che muore nonna (di Rita Pani)


E alla fine, si andrà a votare portandosi dietro il depliant delle offerte, esattamente come si va a far la spesa. “Solo per oggi: Internet gratis, 4.000.000 di posti di lavoro, buoni sconto per un valore pari a quanto versato di Imu.” Dal 20, al 31 Febbraio, inoltre, condono tombale, ammortizzatori sociali anche per precari, assunzioni solo a tempo indeterminato, e per i primi cento un buono omaggio per un
elettrocardiogramma ante mortem.
Perché non hanno capito nulla, e pure noi non siamo troppo svegli.
L’unico investimento certo per il nostro futuro, a mio avviso, è l’acquisto di un congelatore a pozzetto abbastanza capiente, che non si sa mai: “metti che muoia nonna”.
Dirò di più: lo stato dovrebbe incentivare l’acquisto degli elettrodomestici, risollevando l’economia di chi li produce, di chi li vende, e di chi domani ci infilerà dentro il caro estinto, uno di quei fortunati possessori di pensione.
Perché se muore nonna, cari miei, so’ cazzi! Non solo perché verrebbe a mancare ancora l’unica fonte di reddito capace miracolosamente di campare due o tre famiglie, ma anche perché non è più nemmeno pensabile morire. Un funerale ormai costa quanto un’automobile, e non si può nemmeno prendere a leasing. Neppure si può acquistare l’eterno involucro dalla concorrenza cinese, o optare per un falò tra amici in spiaggia, o la sepoltura privata nel giardino di casa.
Mi pare di sentirvi grattare. Ma il problema sussiste eccome. Se muore nonna, che con i suoi risparmi ci ha comprato le scarpe ai figli, i libri, le medicine, ha pagato le rette degli asili, l’affitto, l’iPhone, la carne, l’olio, il pesce, chi le pagherà il funerale?
E i vecchi se lo domandano, soprattutto quando la televisione racconta che le famiglie italiane hanno intaccato i loro risparmi, e mestamente annuiscono imbambolati davanti alla loro scatola magica, unica fonte di conforto e compagnia.
E allora ben venga un congelatore, da tenere là accanto alla TV, dove una volta c’era il divano, con sopra un vaso di fiori sempre freschi e profumati, una candela accesa e una fotografia ala quale rivolgeremo lo sguardo ogni due del mese. Uno sguardo commosso e affettuoso, pieno di gratitudine. Ogni volta che lo spolvereremo con un panno morbido, ci tornerà alla mente la voce di nonna, la sua paura di non poter essere sepolta degnamente, e potremmo rincuorarla mentendo: “Perdonami nonna, ti prometto che appena ti restituiranno i soldi dell’IMU, ti farò un funerale da sogno, proprio come se fosse un matrimonio, che pure la Banda chiamerò a suonare per te.”
Tanto i morti non lamentano, e anzi potremmo immaginare – che la coscienza ne ha bisogno – che ella sia là, seduta al freddo ma che ci sorride.
Figlie mie adorate, dovesse morire mamma, invece, fate un bel falò, che duri almeno due giorni. Che un congelatore sarebbe solo corrente elettrica sprecata.

Rita Pani (APOLIDE) - 08 febbraio 2013 -
R-ESISTENZA-INFINITA
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