domenica 24 febbraio 2013

Habebamus Nanni (di Marco Travaglio)


Tutti sanno che, secondo i sondaggi, i vincitori delle elezioni saranno due: il Pd di Bersani, che diventerà premier (Senato permettendo) e il M5S di Grillo, che calerà sul Parlamento con un centinaio e più fra deputati e senatori. Eppure venerdì, sui palchi dei due vincitori, si è assistito a due scene molto tristi anche se per motivi molto diversi. Mette malinconia vedere Grillo che caccia i giornalisti italiani: sia perché un leader
democratico, per quanto rivoluzionario voglia essere, non può scegliersi chi deve e chi non deve scrivere di lui; sia perché, della cacciata dei giornalisti alla gran parte degli italiani non importa assolutamente nulla. Anzi, la gran parte degli italiani la condivide e la sottoscrive, accomunando il quarto potere a quello politico e finanziario: e questo non per colpa di Grillo,
ma del giornalismo italiano, che – salvo eccezioni – si sente, ed è, e dunque appare tutt’uno con i poteri che dovrebbe controllare. Nelle democrazie l’informazione è considerata – salvo eccezioni – dalla parte dei cittadini contro il potere. In Italia, dalla parte del potere contro i cittadini. Di questo dovrebbero occuparsi, dopo gli sdegni rituali, i capatàz dell’Ordine e della Fnsi. L’altra scena malinconica, almeno per chi lo stima e gli vuol bene, è Nanni Moretti sul palco di Bersani. Non per la scelta – legittima e prevedibile, per certi versi anche comprensibile – di votare Pd. Ma per un gesto simbolico che segna la sconfitta di una stagione e la fine ingloriosa di un percorso iniziato proprio 10 anni fa in piazza Navona: quella dei girotondi e dei movimenti della società civile. Anche allora c’era un palco: piccolo, improvvisato, per una manifestazione indetta dai dissidenti del centrosinistra guidati da Nando dalla Chiesa contro gl’inciuci di una coalizione polverizzata dalle elezioni 2001 perché ridicolmente divisa (desistenza con Bertinotti, Di Pietro fuori) e incapace di opporsi alle leggi vergogna. “Con questi dirigenti non vinceremo mai” urlò Nanni, salendo a sorpresa su quel palco e lasciando basiti i D’Alema, i Fassino, i Rutelli, i Veltroni ivi mummificati. Sette mesi dopo, su un altro palco ben più grande e maestoso, quello di piazza San Giovanni gremita di folla, spiegò a quei dirigenti falliti e tenuti giustamente alla larga: “Io non riesco a parlare con Bertinotti, ma voi dovevate farlo e presentarvi uniti. E dovevate fare la legge sul conflitto d’interessi”. Era chiaro a lui e a tutti che il ritorno di B. non era colpa di B., ma del centrosinistra che l’aveva resuscitato con la Bicamerale. Da allora son passati dieci anni e alla guida del centrosinistra c’è Bersani, ministro di quei governi che nel 1996-2001 non fecero la legge sul conflitto d’interessi né l’antitrust, in compenso promossero B. a padre costituente. L’amico del giaguaro si appresta a riportare al governo quasi tutti quelli con cui – Moretti dixit nel 2002 – “non vinceremo mai”. Per giunta invecchiati di 10 anni e protagonisti nel frattempo di nuove prodezze: nel 2006-2008 niente legge sul conflitto d’interessi, niente antitrust, niente riforma del Porcellum, ma un bell’indulto salva-B. e salva-Previti; e nell’ultimo anno e mezzo, l’ennesimo salvataggio di B. morente col governo Monti, l’alleanza Pdl-Pd-Udc, i decreti pro-Ilva, lo scippo ai pensionati e lo sfascio Mps. Ma ora Moretti sale sul loro palco perché – spiega mestamente – “me l’ha chiesto Gasbarra”. Gasbarra? E chi è Gasbarra? Poi dice che bisogna “liberare l’Italia” da B. perché “aggredisce i magistrati”: giusto, ma l’aggressione del Pd e del Quirinale alla Procura di Palermo per le indagini sulla trattativa dove la mettiamo? E l’ostracismo a Ingroia e Di Pietro perché il Colle non li vuole? Infine l’appello un po’ patetico: “Stavolta fatela, la legge sul conflitto d’interessi”. Stavolta? Dopo cinque legislature di inciuci e bugie? Nanni, ma ci sei o ci fai? Con questi dirigenti il Caimano vincerà sempre.
Anche da morto.

Marco Travaglio - 24 febbraio 2013 -
Il Fatto Quotidiano Pdf
.

0 commenti:

Posta un commento