venerdì 19 ottobre 2012

TRA WEB CANDIDATI E INCOGNITA SUD: I GRILLI DI GRILLO


I voti, almeno quelli virtuali dei sondaggi, ci sono, ora tocca fare le liste. Scegliere donne e uomini che ad aprile 2013 porteranno il ciclone Grillo in Parlamento. Il Movimento Cinque Stelle (o i Pirati Cinque Stelle, quattro giorni fa Beppe Grillo ha registrato il marchio per evitare liste-disturbo e sorprese) viene accreditato al 17 %. Secondo partito dopo il Pd, più
del Pdl in crisi nera, tanto più del partito di Tonino Di Pietro in deficit di uomini credibili, idee e alleanze. Un boom annunciato che rischia di scatenare non solo – per dirla con lo stesso Grillo – “l’invidia penis” di Renzi, ma soprattutto un micidiale effetto band-wagon in molte zone del Paese, soprattutto al Sud. Beppe Grillo lo sa, e dentro il movimento sono in tanti a temere una corsa sul carro del “vincitore”, per questa ragione in molti si chiedono chi e come sceglierà i futuri onorevoli e senatori.

Il candidato deve essere incensurato, non essere iscritto a un partito, non aver svolto due mandati e non essere in carica come consigliere. Quindi tutti i consiglieri eletti del 5 Stelle non potranno candidarsi in quanto votati dai cittadini per esercitare il loro mandato e non per usarlo come trampolino di lancio. Ognuno vale uno. Il limite dei due mandati è riportato nel “Non Statuto”. Chi volesse candidarsi al di fuori di queste regole potrà ovviamente farlo, ma con altri, non con il M5S”. Questo scriveva un anno fa sul suo blog il comico genovese. Da allora troppa è l’acqua passata sotto i ponti della politica.

“La verità – dice un militante – è che sui metodi di selezione dei candidati alle prossime politiche non si sa nulla. Grillo e Casaleggio decidono da soli, sono loro che fanno le regole, le interpretano e fanno pure da garanti”. Il Movimento non è un partito tradizionale, non ha una struttura nazionale, né organismi locali, meno che mai segretari. Ma questa, replicano i grillini, è la democrazia dei partiti “morenti”, noi siamo un’altra cosa. È la nuova democrazia della rete codificata dal “Non Statuto”. “Nell’articolo 4 si dice che beppegrillo. it (sede del Movimento) è lo strumento di consultazione per l’individuazione, selezione e scelta di quanti potranno essere candidati in occasione delle elezioni per la Camera e per il Senato, organizzandosi e strutturandosi attraverso la rete Internet cui viene riconosciuto un ruolo centrale nella fase di adesione al Movimento, consultazione, deliberazione, decisione ed elezione”. Funzionerà? Ha funzionato? In parte, perché i dati reali, quelli di elezioni vere, raccontano altre storie. Il Movimento è fortissimo nella Parma del sindaco Federico Pizzarotti, forte in Emilia Romagna (7 %, 2 consiglieri regionali), ha avuto buoni risultati in Molise (10 mila voti e 5, 60 % per Antonio Federico), debolissimo altrove. Alle comunali di Napoli del 2011 Roberto Fico portò a casa meno voti della lista, 1,38 %, a Palermo, comunali 2012, Riccardo Nuti si è fermato al 4,91. “Ma quella era un’altra epoca politica” ribattono i grillini. Soldi pochi, buona volontà tanta. Il MoVimento non ha finanziatori esterni, assicurano i Cinquestelle, che hanno respinto le illazioni sui costi della traversata dello Stretto di Grillo. “Abbiamo speso 800 euro, tutti raccolti attraverso il fund raising”. Grillo e i suoi hanno una nutrita schiera di antipatizzanti, soprattutto nel mondo dei media e dello show business. Ma la pattuglia di sostenitori e simpatizzanti tende ad allargarsi con l’avvicinarsi delle elezioni. Mina e Adriano Celentano (“le tue Cinquestelle illumineranno il Paese”), Dario Fo (“Grillo è il giullare di cui c’è bisogno), Baccini, Bollani, Cristiano De André, i genovesi Ivano Fossati e Maurizio Crozza.

Sta girando tutta la Sicilia, Beppe Grillo, che da politico navigato sa che l’Isola è da sempre un laboratorio nazionale. Se le piazze di Gianfranco Micciché sono desolatamente vuote, le sue sono sempre piene. Curiosità, voglia di rivalsa, voto anti-casta, c’è di tutto un po’. Ma la novità nella strategia di Grillo è che accanto a Internet, ai blog e alla rete, un ruolo forte tocca anche ai contatti umani, una miscela di vecchio e nuovo che agiterà la prossima campagna elettorale. Rimane il problema della scelta dei candidati. “Come si fa a evitare che orde di gente sconosciuta si iscriva in massa per votare un bel ragazzo incensurato e laureato con lode (ma sostenuto da associazioni criminali)? “, si chiede sul blog un potenziale elettore. Ecco la risposta dello staff: “Bisogna sviluppare il concetto di reputazione digitale, qualcosa sullo stile feedback di eBay che sia funzione sia del semplice accesso al sito e della partecipazione al forum: tutti i “mi piace ” ricevuti, ma anche i ‘ non mi piace ’ saranno memorizzati”. Già, ma la rete non è impermeabile. Contatti, followers e fan si possono comprare o inventare. Dalla democrazia virtuale al voto di scambio, in rete ma reale, il passo può essere breve.

Enrico Fierro - 19 ottobre 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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