martedì 9 ottobre 2012

TANGENTI ANCHE SUI CIECHI (di Davide Milosa)


UNA CERCHIA LEGATA DA FAVORI E AFFARI: C’È ANCHE UN FUNZIONARIO DEL COMUNE

Milano
Turbativa d’asta e corruzione. Due filoni d’inchiesta. Ma un solo “protagonista assoluto”: Patrizio Mercadante, funzionario del Comune di Milano durante la giunta Moratti, con il ruolo di direttore del settore giovani e minori nel periodo in cui sulla poltrona del suo
assessorato di riferimento (Famiglia) stava Mariolina Moioli. Tra i due il rapporto è stretto. Tanto che il dirigente, definito “uomo di fiducia” dell'ex assessore, nella primavera 2012 si spenderà per la ricandidatura (fallita) della Moioli. Ieri Mercadante è finito in carcere assieme ad altre tre persone (una ai domiciliari).

E COSÌ L'ULTIMA INCHIESTA sul malaffare alla milanese ruota attorno ai segreti di questo anonimo funzionario di origini pugliesi. Segreti che in parte Mercadante sembra svelare a marzo, dopo la notizia delle perquisizioni in Comune. In quel momento la Moioli prende le distanze. Per questo Mercadante al telefono si lamenta: “I progetti che ho fatto sono tutte a persone sue (della Moioli, ndr)... lei sbaglia quando dice: non ne so niente, cazzo come non ne sai niente”.
Eccola, dunque, la declinazione meneghina del Fiorito “batman” romano. Lui, Mercadante, sul quale pesano “forti perplessità professionali”, a Palazzo Marino, dal 2009 al 2011, gode di un grande potere di firma. Sotto la sua penna passano decine di documenti. Tra questi l’affidamento di appalti pubblici per 38 milioni di euro pilotati in favore di Dario Zambelli, bergamasco vicino alla Cisl e titolare di una società di viaggi. Capitolo di spesa: la ristrutturazione delle case-vacanze del Comune. E questo nonostante l’impresa non abbia i requisiti. Basta poco e la procura di Milano costruisce l’accusa di turbativa d'asta. Consumata “nell’inerzia degli altri funzionari”. Oltre a firmare, Mercadante chiacchiera molto. “Tutti possiamo avere benefici, siamo una cerchia”. Il funzionario parla con cognizione di causa. Grazie al suo incarico tiene le mani su un bel tesoretto di finanziamenti da distribuire ad associazioni e fondazioni che operano nel sociale (sotto osservazione 30 pagamenti). In due anni (2009-2011) il suo ufficio sborsa 2,5 milioni di euro. Su tutti c’è la sua firma. Tra i vari versamenti spuntano i 100 mila euro elargiti alla fondazione Adolfo Pini di Milano.

Illustrazione di Marilena Nardi
Così il caso singolo svela ciò che i pm ipotizzano sia un vero sistema dell’illecito. Commissario straordinario della fondazione Pini è il segretario generale dell’Istituto dei ciechi di Milano Antonio Picheca (arrestato). Il denaro, sulla carta, serve a pagare il progetto “Uno sguardo sulla città”, concorso artistico per bambini. Peccato che il tutto sia sopravvalutato. E così di quei 100 mila, 28 mila tornano in tasca a Mercadante che firma all’amico Picheca due fatture per consulenze inesistenti. L’ex funzionario fa di più. Nel febbraio scorso, dopo le perquisizioni a palazzo Marino, chiama il commissario per chiedergli di ridatare le fatture e strappare quelle vecchie.

E se Mercadante incassa tangenti, il commissario della fondazione Pini, nominato dal prefetto Gian Valerio Lombardi (non indagato), utilizza parte di quel denaro per alimentare la “cerchia”. Il 6 ottobre 2011 la fondazione organizza una cena. Obiettivo: sponsorizzare il progetto per i ragazzi. Peccato che nessuno, tra gli ospiti, ricordi di averne sentito parlare. In compenso l'invito arriva attraverso “eleganti biglietti di invito, accompagnati da cofanetti realizzati a mano contenenti cioccolatini”. Valore: 2.838 euro. La cena “raffinata e costosa” si svolge all'interno della fondazione. Il catering costa 4mila euro. Totale della serata: 13mila euro. Cifra che Picheca scorpora dal finanziamento pubblico. A quell’incontro parteciperanno noti imprenditori milanesi e alcuni magistrati. I protagonisti della “cerchia”. Della partita, secondo i pm, fa parte anche il prefetto, il quale pur negando ogni addebito, risulta tra gli invitati. Lombardi non parteciperà alla cena, suo figlio sì. Secondo l’accusa, i rapporti tra il prefetto e Picheca sono certificati da una telefonata con Mercadante nella quale il segretario dell’Istituto dei ciechi ammette di aver fatto pressioni su Lombardi affinché si dia da fare per portare l’ex funzionario all’assessorato regionale dell'Istruzione.

ECCOLI DUNQUE I VANTAGGI della “cerchia”. Tra i vari: “Appartamenti in condomini di lusso a prezzi stracciati”. Un sospetto legato al ruolo di Picheca, il quale “ha sfruttato tale incarico” nell'Istituto dei ciechi che dispone di un ricco patrimonio immobiliare. In questo senso la procura registra tra i beneficiari delle case “oltre al Mercadante (…) anche la figlia dell’assessore Moioli”. Insomma, tra le pieghe dell’inchiesta, si annusa un affittopoli bis. Ma anche dell’altro. Visto che, secondo fonti giudiziarie, sui conti privati di Mercadante in un solo anno sono girati milioni di euro.

Davide Milosa - 09 ottobre 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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