mercoledì 10 ottobre 2012

Province - Le dimissioni col trucco da Cesaro a Podestà


A NAPOLI LA GIUNTA PROVINCIALE CONSERVA CARICHE E STIPENDI A MILANO IL PRESIDENTE ANNUNCIA E POI RITRATTA LA SUA USCITA

Sono considerati gli enti inutili per eccellenza? Così i primi ad abbandonarli sono i presidenti, in fuga dalle Province. Dimissioni a raffica ieri: Napoli, Salerno, Biella, Asti. Per qualche ora
anche a Milano, ma era una finta. L’obiettivo è approdare al Parlamento. Non regge la tesi di addii dettati dai tagli del governo Monti agli enti, che i presidenti dimissionari hanno balbettato. La decisione arriva l’ultimo giorno utile per formalizzare le dimissioni e riacquistare l’eleggibilità. Termine che la norma fissa a sei mesi prima delle politiche.

Luigi Cesaro - Guido Podestà
In Campania il genio senza fine dei politici ha escogitato un trucco per rendere candidabile il presidente uscente senza sciogliere l’amministrazione. A Napoli il presidente Pdl, Luigi Cesaro, deputato in carica, praticamente certo della ricandidatura in qualità di coordinatore provinciale del Pdl e amico personale di Silvio Berlusconi, si è lasciato ‘dimissionare’ dall’aula. Il consiglio dopo tre anni e mezzo si è improvvisamente accorto del doppio incarico di Cesaro e ha votato a maggioranza una mozione di decadenza per incompatibilità. Cesaro si è dimesso un’ora dopo. Una magia che consente a consiglieri e assessori di restare in carica fino al 31 dicembre 2013. Per traghettare la Provincia verso la Città Metropolitana, è la motivazione ufficiale. Per conservare indennità e gettoni di presenza, insinua il Pd che ha votato contro e ora intende rivolgersi al Prefetto per far sciogliere l’amministrazione. La sera prima di lasciarsi decadere, Cesaro ha firmato una serie di nomine tra Palazzo di piazza Matteotti e società partecipate. E ha cambiato il vice presidente, che diventa il capo della giunta, designando il fedelissimo Antonio Pentangelo al posto dell’Udc Ciro Alfano. Cesaro non era in aula, ma con una nota ha spiegato che è colpa dei tagli. Ma i conti sono in rosso a prescindere dalla spending review, le società partecipate sono un grumo di debiti, con ex lsu in agitazione per i ritardi negli stipendi.

A Milano situazione simile. Palazzo Isimbardi ha un buco di oltre 200 milioni, impegni di spesa per Expo 2015 e problemi di vario genere. Approdare al Parlamento è apparsa la salvezza anche a Podestà, che si è però rivelato meno esperto in fuga del collega campano. Prima ha pubblicato su twitter l’inequivocabile messaggio: “Alle 16 conferenza stampa sulle ragioni delle mie dimissioni”. Ma poi ai giornalisti ha detto di non avere alcuna intenzione di lasciare l’incarico e se l’è presa con il suo addetto stampa, Andrea Radic (ex portavoce di Roberto Formigoni, poi capo ufficio stampa di Expo ai tempi di Letizia Moratti), a cui si è così rivolto: “Tu hai mandato veramente ‘sti tweet? E’ una stronzata. Se lo hai fatto è una cosa inaccettabile”. Radic è un esperto in comunicazione, possibile abbia commesso un errore così grossolano? Secondo molti, in realtà, Podestà ha annunciato le sue dimissioni e le ha comunicate anche ad Angelino Alfano (come ha ammesso), ma poi il coordinatore regionale del Pdl Mario Mantovani gli ha fatto cambiare idea. Con una motivazione precisa: “Se lasci ora la Provincia non viene commissariata ma passa nelle mani di Giuliano Pisapia che, come prevede la legge, guiderebbe la città metropolitana”. Podestà non si è perso d’animo e ha contattato l’Udc, inutilmente. Così si è ritrovato costretto a rimanere a Palazzo Isimbardi e rimangiarsi le dimissioni. Oplà. E già che c’era ha annunciato che non si dimetterà neanche in caso di rinvio a giudizio per le firme false delle liste Formigoni (l’udienza preliminare comincia venerdì).

A Salerno invece come a Napoli: ieri mattina c’è stata la seconda votazione sull’incompatibilità del presidente, il deputato Pdl Edmondo Cirielli che sta per affidare le chiavi dell’amministrazione provinciale al suo vice di fiducia, Antonio Iannone.

A Biella il presidente Roberto Simonetti, parlamentare della Lega, si è dimesso. Una delegazione di amministratori locali tra cui i sindaci di Biella e Vercelli e il presidente della Provincia di Vercelli Carlo Riva Vercellotti, ieri mattina si è recata presso la sede della Regione Piemonte per chiedere la creazione di una Provincia di Biella e Vercelli. Si è dimessa anche la presidente della Provincia di Asti, la Pdl Maria Teresa Armosino, secondo cui i tagli del governo “causeranno all'ente uno squilibrio di bilancio, nonostante l'amministrazione abbia, sin dal suo insediamento, attivato le operazioni volte alla riduzione delle spese”.
Tutti enti virtuosi, ma il Parlamento è meglio.

Vincenzo Iurillo e Davide Vecchi - 10 ottobre 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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