domenica 30 settembre 2012

Bocchino: “Frattini tramò per Berlusconi contro Fini” (di Antorio Massari)


“IL CAIMANO MI CHIESE DI CANDIDARE LAVITOLA IN CAMBIO DEI FAVORI RICEVUTI”

A Palazzo Grazioli funziona così: c’è la gara a chi è più realista del re. E anche Franco Frattini, nella vicenda Fini-Montecarlo, un certo lavorio l’ha fatto...”. A puntare il dito sull’ex ministro degli Esteri, è Italo Bocchino, parlamentare Fli, fedelissimo di Gianfranco Fini, che fu
il primo a denunciare un nesso tra Valter Lavitola e Silvio Berlusconi nel “dossieraggio” contro il presidente della Camera. La conferma arriva dallo stesso Lavitola che in una lettera (qui) – indirizzata al Cavaliere e mai spedita – scrive di aver ricevuto 500 mila euro, da Berlusconi, per recuperare documenti dallo Stato di Santa Lucia.

Bocchino, lei parlò subito di un coinvolgimento di Berlusconi: com’è andata?
Io e Fini fummo avvisati di una trattativa in corso tra Lavitola e Martinelli. All’inizio pensammo che la nostra fonte si riferisse a Marco Martinelli, parlamentare del Pdl, poi capimmo che si trattava di Ricardo Martinelli, presidente della Repubblica panamense. Inoltre avevamo saputo che Berlusconi, in una riunione con i suoi fedelissimi, aveva annunciato che sarebbe entrato in possesso di nuovi documenti: carte che avrebbero costretto Fini alle dimissioni.

Italo Bocchino
E in quei giorni arriva la lettera, firmata dal ministro della Giustizia di Santa Lucia, dove si dichiara che la società off shore, proprietaria dell'appartamento monegasco – ereditato da An e abitato dal cognato di Fini – è riconducibile proprio a Giancarlo Tulliani. La pubblica Lavitola su l’Avanti! e lei denuncia che è un falso e parla di macchina del fango. Perché?
Si tratta di un falso ideologico. La lettera era vera. Il contenuto era falso. Il ministro – secondo me – prende soldi per scrivere il falso. Guarda caso, dopo pochi giorni, si dimette dal governo. E in questa vicenda abbiamo notizie precise anche sul coinvolgimento di Frattini. Lo denunciai subito: Frattini ebbe un incontro riservato, a New York, con il capo del governo di Santa Lucia, per ottenere ulteriore documentazione. L’incontro fu organizzato e favorito da Lavitola.

Chi l’avvisò?
Fummo avvisati dalle stesse fonti che ci parlarono della trattativa in corso tra Lavitola e Martinelli.

Servizi segreti?
Le fonti vanno tutelate.

Perché vi fornivano queste notizie?
Perché era in corso un’oggettiva attività anti istituzionale.

Hanno parlato direttamente con lei? O anche con Fini?
Guardi, come è andata lo sappiamo soltanto io e Fini. Non lo saprà mai una terza persona. Posso dirle che siamo stati informati di un’attività anti-istituzionale, anti italiana, e immagino che la fonte l’abbia fatto per tutelare l’interesse nazionale. Oggi c’è un dato oggettivo: un signore in carcere, per corruzione internazionale, mette nero su bianco, con una lettera, che il presidente Berlusconi gli ha dato dei soldi per l’operazione Fini, Santa Lucia, Montecarlo. E che nell’operazione – diretta a delegittimare la terza carica dello Stato – è coinvolto il presidente di Panama.

Nella lettera, Lavitola, parla anche della compravendita dei senatori di centrosinistra per far cadere il governo Prodi nel 2008: la vostra fonte, di questo, non disse nulla?
Sulla compravendita dei senatori io ne so quanto lei.

Non ha mai avuto il dubbio che ci fosse qualcosa di strano?
No.
Panama - Frattini e Lavitola
La manovra però vi consentì di tornare al governo. Sapeva che Berlusconi s’era affidato a Lavitola anche per questa vicenda?
So per certo che Berlusconi si affidò a Lavitola, per quella che il Cavaliere definiva ‘operazione libertà’, cioè il ribaltamento del governo Prodi, ma non so quali mezzi abbia usato. Di Lavitola ho saputo in occasione delle elezioni europee quando Berlusconi mi chiese di candidarlo.

Il sospetto che Berlusconi potesse comprare dei senatori, l’ha mai avuto?
Mah. (Sospira, ci pensa). No.

Lavitola fu coinvolto nella “operazione libertà”?
Berlusconi mi chiese di inserirlo nella lista dei candidati per le elezioni europee e mi spiegò la motivazione: Lavitola l’aveva aiutato nell’’operazione libertà’. Lo chiamai, per annunciargli la candidatura, ma rifiutò.

Lavitola scrive, nella lettera, che tra i debiti non onorati da Berlusconi, c’è anche la candidatura alle europee.
È Lavitola a rifiutare. Mi occupai personalmente delle liste al Sud. Non era interessato a una competizione con le preferenze. Credo che volesse qualcosa di più concreto d’una candidatura, ma è una mia sensazione.

Ha parlato spesso di macchina del fango. Pensa che funzioni ancora?
È molto meno efficace. Berlusconi è più debole e lo sono anche i suoi giornali.

Ha anche detto d’essere stato pedinato: c’è un nesso con lo scontro politico Fini-Berlusconi?
L’episodio è stato appurato e s’è scoperto che nei Servizi agiva una struttura che non doveva esistere, denominata Dipartimento Operazioni Speciali, che infatti è stata sciolta. Secondo me, il nesso con lo scontro politico Fini-Berlusconi, c’è. E dopo quest’episodio, arriva l’operazione Lavitola a Santa Lucia.

Cosa direbbe oggi a Berlusconi?
Un uomo di 40 anni non può prendersela con chi ne ha 76... Berlusconi non è più a Palazzo Chigi, e non ci tornerà mai più nella sua vita...

Antorio Massari - 30 settembre 2012 -
Fonte: Il Fatto Quotidiano Pdf
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